La nozione di concorrenza sleale di cui all’art. 2598 c.c. va desunta dalla “ratio” della norma, che impone alle imprese operanti nel mercato regole di correttezza e di lealtà, in modo che nessuna si possa avvantaggiare, nella diffusione e collocazione dei propri prodotti o servizi, con l’adozione di metodi contrari all’etica delle relazioni commerciali.
Ne consegue che si trovano in situazione di concorrenza tutte le imprese i cui prodotti e servizi riguardino la stessa categoria di consumatori e che operino quindi in una qualsiasi delle fasi della produzione o del commercio destinate a sfociare nella collocazione sul mercato di tali beni (Cassazione civile Sent., 23/03/2012, n. 4739).
I principali casi di concorrenza sleale sono:
Atti contrari alla correttezza professionale: violazione dei principi della correttezza professionale che danneggiano l’azienda concorrente (es. spionaggio industriale, boicottaggio, storno di dipendenti, violazione di norme pubblicistiche, …)
Una particolare fattispecie di concorrenza sleale è il cosiddetto sviamento di clientela, che si verifica ogni qualvolta un concorrente sottrae risorse dall’impresa e con queste il loro portafoglio clienti.
Ciò che più spaventa è però il tradimento da parte di chi nell’azienda è cresciuto; che siano assunti dalla concorrenza o che si mettano in proprio, il furto di contatti preziosi è un pericolo da non sottovalutare. Tuttavia, non ogni episodio è configurabile come sviamento di clientela. Non costituisce concorrenza sleale lo sfruttamento delle conoscenze tecniche, delle esperienze e delle informazioni relative alla politica commerciale dell’impresa dalla quale egli proviene, a condizione che non si tratti di informazioni segrete o riservate e che, in ogni caso, non emerga una sistematica attività di distrazione della clientela.
I casi più frequenti di indagine per concorrenza sleale:
Gli esiti delle indagini e investigazioni Axerta permettono di giungere facilmente ad un accordo in sede stragiudiziale soddisfacente evitando di instaurare cause ordinarie. Le indagini effettuate hanno lo scopo di raccogliere prove per documentare in giudizio tutti gli atti illeciti ai sensi dell’articolo 2598 e s.s. del Codice Civile, fornendo prove determinanti per la tutela degli asset aziendali.
Un metodo unico e coerente con le aspettative delle aziende e degli studi legali: questo è l’elemento differenziante nella value proposition di Axerta, e si articola principalmente attraverso le seguenti fasi.
1. VALUTAZIONE | Il primo compito di Axerta è raccogliere tutte le informazioni per valutare l’opportunità di procedere, determinando la possibilità di tutelare efficacemente i diritti del cliente. |
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2. STRATEGIA | Prima di ricevere l’incarico Axerta consegna al cliente un pre-progetto con il dettaglio delle azioni da intraprendere e con l’indicazione di costi, tempi e risultati attesi. |
3. AZIONE | Il cuore del metodo Axerta è costituito dalle attività di indagine sul campo. Azioni svolte sempre con la massima consapevolezza e competenza. |
4. VERIFICA | Axerta affida ogni processo investigativo a un Supervisor che coordina i vari ambiti di indagine. Il Supervisor ha il compito di verificare che tutte le azioni siano svolte in coerenza con la strategia investigativa. |
5. RISULTATO | A conclusione delle indagini verrà consegnata al cliente una relazione redatta da avvocati. |
L’ultimo step del metodo Axerta consiste nell’elaborazione del dossier finale da parte dei legali interni, corredato di rilievi video e fotografici, al fine di provare le circostanze richieste dopo aver verificato ancora una volta ogni aspetto di legalità e poter serenamente esibire quanto documentato in giudizio.
Il dossier finale è quell’elemento che consente una difesa concreta del cliente, e la sua efficacia è costituita, oltre che dalle prove in esso contenute, dalla competenza legale con la quale è stata coordinata l’indagine e redatto il documento di output.
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