Il marchio registrato, anche se inutilizzato, costituisce un bene suscettibile di valutazione economica
COMMENTO
a cura di Marilena Guglielmetti – Investigatore Criminologo
La sentenza della Corte di Cassazione del 30 aprile 2015, n. 8798, sancisce che un marchio registrato, anche se non utilizzato, costituisce un bene suscettibile di valutazione economica. Questo significa che il marchio ha un valore economico, indipendentemente dal fatto che venga effettivamente utilizzato per commercializzare prodotti o servizi.
La decisione della Corte di Cassazione ha una grande importanza per il diritto dei marchi, in quanto stabilisce che la registrazione di un marchio, da sola, conferisce al titolare un diritto di proprietà industriale che ha un valore economico, tutelabile e da tutelare nelle forme e sedi opportune, attraverso ogni strumento anche investigativo sia di prevenzione che di protezione. Sentenza storica che ben focalizza il valore di un marchio nel tempo. Più nello specifico, la Corte ha chiarito che il marchio, a prescindere dal suo effettivo utilizzo nel mercato, rappresenta un bene immateriale che ha un valore intrinseco. Questo valore deriva dalla sua capacità di differenziare i prodotti o servizi di un’impresa da quelli dei concorrenti.
Il marchio comunica l’identità dell’impresa e permette ai consumatori di riconoscere i suoi prodotti o servizi. Un marchio forte può attrarre clienti, aumentare il prezzo dei prodotti o servizi, e persino incentivare la fidelizzazione.
In diverse situazioni, come nel caso di cessione o di liquidazione, il valore del marchio può essere rilevante per determinare il prezzo di vendita di un’azienda o di una sua parte.