In cosa consiste e come dimostrare la falsa malattia, quando è legittimo ricorrere ad investigazioni aziendali
Il lavoratore che tiene comportamenti incompatibili con lo stato di malattia dichiarato, o che ne rallentano la guarigione, può essere licenziato per giusta causa. In questi casi, infatti, si verifica una violazione dei doveri di fedeltà, buona fede e correttezza inerenti al rapporto di lavoro subordinato (ex art. 2104 c.c.), e viene meno il legame di fiducia intercorrente con il datore di lavoro, disciplinato dall’articolo 2105 del codice civile (in combinato disposto con gli artt. 1175 e 1375 c.c.).
Alcuni esempi di comportamenti scorretti sono:
- Simulare la malattia;
- Svolgere un altro lavoro durante il periodo di malattia, pregiudicando la guarigione o ritardandola;
- Non osservare tutte le cautele necessarie per la pronta guarigione;
- Svolgere un altro lavoro mentre si è in malattia violando il divieto di concorrenza.
Il lavoratore in malattia può svolgere altre attività, nel rispetto però delle prescrizioni mediche e delle regole del periodo di comporto. Tutto quanto possa essere considerato un comportamento illecito rispetto a queste ultime si considera finta malattia e perciò può essere oggetto di controllo e, come conseguenza, di provvedimenti disciplinari, fino al licenziamento.
Cosa si intende per contestazione disciplinare per falsa malattia? Come dimostrare la frode?
La contestazione disciplinare per finta malattia è un procedimento attraverso il quale un datore di lavoro accusa il dipendente di aver presentato certificati medici falsi per giustificare assenze dal lavoro. Questo tipo di contestazione può portare a sanzioni disciplinari, incluso il licenziamento, se il dipendente viene ritenuto colpevole.
Nel settore privato, quando un lavoratore si assenta per motivi di salute, può ricevere, su richiesta del datore di lavoro, la visita fiscale, accertamento realizzato dal Polo Unico visite fiscali Inps e finalizzato ad accertare lo stato di salute del lavoratore.
Qualora il datore di lavoro abbia il sospetto che la malattia non sussista (falsa malattia), o che non sia tale da determinare uno stato di incapacità lavorativa che giustifichi l’assenza, ha un’ulteriore possibilità: quella di ricorrere agli investigatori privati. Infatti, sono diverse le sentenze di Cassazione (ex multis 09474/2009; 25162/2014; 19089/2017) che stabiliscono la legittimità dello strumento investigativo per la confutazione di quanto affermato dal certificato medico.
Per contrastare il fenomeno delle finte malattie le aziende sono legittimate ad effettuare controlli mediante agenzie investigative autorizzate, tra cui Axerta, al fine di accertare se il dipendente che è assente dal lavoro per malattia sia veramente malato o stia invece svolgendo un’altra attività lavorativa, anche in forma non ufficiale, oppure stia tenendo comportamenti tali da ritardare la pronta guarigione.
Grazie al metodo Axerta, che si avvale di un team di esperti in diversi campi (intelligence, surveillance e digital forensic) il datore di lavoro potrà facilmente procedere alla contestazione disciplinare per falsa malattia e licenziare il lavoratore per giusta causa; infatti, un dipendente che faccia ricorso a certificati medici finti sicuramente viola il rapporto di fiducia che è alla base del contratto di lavoro.