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Opportunità e rischi della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale – a cura di Maurizio Detalmo Mezzavilla
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Opportunità e rischi della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale – a cura di Maurizio Detalmo Mezzavilla

 

Maurizio Detalmo Mezzavilla
Presidente Axerta S.p.A., Già Vice Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri

 


 

Dopo i progressi ed i significativi sviluppi economico-sociali, propiziati dalla rivoluzione industriale che da fine ‘800 e per tutto il ‘900 ha introdotto la meccanizzazione e la produzione di massa, gli ultimi decenni della storia dell’uomo sono caratterizzati da un’altra, e forse ancor più profonda, rivoluzione costituita dalla pervasiva affermazione e diffusione delle tecnologie digitali, dall’emergente utilizzo dell’intelligenza artificiale (IA) nonché dal connesso, prodigioso sviluppo della robotica.

Alla fine degli anni ’60 l’invio di un messaggio attraverso computer collegati ad ARPANET (Advanced Research Projects Agency Network) ha simbolicamente segnato l’inizio di questa nuova era; inoltre nel 1989 si è registrato un ulteriore, cruciale sviluppo mediante la realizzazione del World Wide Web, prodromico alla condivisione e all’accesso ad informazioni su scala mondiale, spingendo le società verso una dimensione sempre più interconnessa; queste date, in sintesi, segnano l’affermarsi di una progressivamente più diffusa cultura digitale che ha rivoluzionato – e sta rivoluzionando – vasti ambiti delle attività umane, permeando ogni settore, dall’industria alla sanità, dalla scuola alla sicurezza. In proposito, pare significativo evidenziare che nel 2018 il numero di utenze cellulari in uso nel mondo ha superato quello degli esseri umani raggiungendo la cifra di 8 miliardi; ancor più emblematica – e problematica per la sicurezza dei dati e della privacy – è l’incredibile massa di informazioni generate, considerato che ciascuna utenza è teoricamente connessa a 2 miliardi di computer, collegati a loro volta in rete. Se fino a qualche decennio fa la digitalizzazione significava semplicemente trasformare un documento cartaceo in file digitale, oggi tale processo si è evoluto in ecosistemi complessi che sfruttano l’IA per adottare decisioni, automatizzare processi, ottimizzare risorse. Più di recente, l’espansione dello smart working a seguito della pandemia Covid – 19 non solo ha ridisegnato il mondo del lavoro, ma ha anche generato riflessioni su flessibilità, equilibrio vita – lavoro e competenze necessarie per il futuro.

Contestualmente, l’IA ha fatto passi da gigante; non è più confinata nei laboratori di ricerca o nelle grandi aziende tecnologiche essendo oramai presente negli assistenti vocali, nei sistemi di guida autonoma, negli algoritmi di piattaforme come Netflix e Amazon e perfino nei modelli predittivi utilizzati in ambito sanitario, finanziario e di gestione della sicurezza.

La rivoluzione digitale e l’IA, quindi, stanno portando notevoli vantaggi e progressi in molti ambiti, tra i quali è opportuno segnalare quello sanitario, dell’istruzione, della logistica: diagnosi mediche basate sull’analisi di immagini, piattaforme di apprendimento personalizzato e sistemi di supply chain gestiti in tempo reale sono solo alcuni esempi di come queste tecnologie stiano trasformando la società. Nel settore industriale, inoltre, la possibilità di automatizzare attività ripetitive e processi complessi consente alle aziende di ridurre i costi e migliorare l’efficienza. La cosiddetta “Industria 4.0” sta integrando l’intelligenza delle cose (IoT), la robotica avanzata e l’IA per creare fabbriche sempre più “intelligenti”. In tema di personalizzazione e analisi predittiva, l’esame di dati permette di offrire servizi sempre più su misura per il cliente, migliorando l’esperienza d’acquisto, l’interazione con aziende e l’efficienza delle strategie aziendali. Inoltre, i sistemi di IA sono in grado di rilevare minacce informatiche in tempo reale e rispondere in modo tempestivo, ottimizzando la protezione dei dati sensibili e le strutture critiche.

A queste enormi potenzialità e vantaggi, l’inarrestabile processo di digitalizzazione e L’IA comportano anche dei rischi e significative sfide.

L’automazione, infatti, minaccia molte professioni tradizionali, specie quelle basate su compiti ripetitivi; in sostanza, il rischio è che si crei uno iato sempre maggiore tra chi ha competenze tecnologiche e chi ne è privo. Inoltre, la gestione di enormi quantità di dati solleva preoccupazioni sulla loro protezione e sul rispetto della privacy; recenti casi di abusi nella raccolta dei dati – che hanno avuto vasta eco mediatica – e l’aumentare degli attacchi informatici, dimostrano quanto sia urgente una regolamentazione più stringente. Tra i rischi, quelli del bias algoritmici non possono essere sottaciuti: gli algoritmi, se non progettati in modo etico e trasparente potrebbero risultare discriminatori. In proposito, sono noti gli esempi di software, utilizzati da multinazionali famose, che hanno negativamente influenzato la selezione del personale, ovvero hanno contabilizzato la retribuzione dei lavoratori sulla base di algoritmi che tenevano anche in conto la valutazione dei clienti ed il tasso di disponibilità.

Per affrontare queste complesse sfide, l’Unione Europea, nell’agosto 2024, ha introdotto il “Regolamento sull’Intelligenza Artificiale” (AI Act) teso a promuovere una IA sicura e responsabile, proteggere i diritti fondamentali dei cittadini, tra cui la privacy nonché creare un mercato unico digitale armonizzato.

In tale quadro, l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN), istituita nel 2021, svolge un ruolo fondamentale nella protezione del Paese da minacce cibernetiche e nel coordinare gli sforzi per una innovazione digitale sicura e resiliente. Desidero avviarmi a chiudere richiamando il celebre capolavoro cinematografico “2001. Odissea nello spazio” di Stanley Kubrick, uscito nelle sale nel 1968: Hal 9000, il gigantesco computer di bordo che guida l’astronave verso Giove, “impazzisce” durante il viaggio nello spazio e uccide quasi tutti i membri dell’equipaggio; la macchina pensante si è ribellata all’uomo suo creatore e diventa “criminale”. L’astronauta sopravvissuto, però, riesce a disinnescare Hal e la macchina regredisce all’infanzia, tanto da canticchiare una canzone da bambini, sino a spegnersi (e morire). A distanza di meno di 60 anni dall’uscita del film, il processo di digitalizzazione e l’IA non appartengono più alla fantascienza, ma sono realtà quotidiana, con sviluppi tecnologici i cui esiti potrebbero essere imprevedibili, se non dannosi.

Oggi abbiamo la responsabilità di gestire queste trasformazioni con equilibrio, regolamentandone gli usi, prevenendo abusi e investendo in un’educazione digitale che permetta a tutti di beneficiare di questa rivoluzione. Le domande fondamentali non sono più “se” queste tecnologie ci cambieranno, ma “come” e “a vantaggio di chi”. Il futuro è nelle nostre mani. Sta a noi decidere se l’IA sarà un alleato o una minaccia per la società di domani.

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