Stefano Martinazzo
Responsabile Forensic Accounting, Internal Audit & Litigation Axerta
Traendo spunto dall’interessante articolo a cura dell’Avv. Gian Filippo Schiaffino di AMTF Avvocati – va innanzitutto rilevata la necessità sempre più sentita tra i penalisti di coinvolgere il consulente tecnico in materia amministrativa, nel corso delle indagini difensive riguardanti casi di infortunio sul lavoro.
Più in particolare, il contributo tecnico in sede giudiziaria è fondamentale nel dirimere in chiave difensiva quale possa essere l’effettiva responsabilità amministrativa dell’Ente, sia nell’ipotesi di omicidio colposo sia nell’ipotesi di lesioni personali colpose; reati, questi, aggravati dalla violazione delle norme per la prevenzione dei rischi infortunistici (rispettivamente artt. 589 c. 2 e art. 590 c.3, c.p.).
Sempre più spesso, quindi, le difese tecniche a cui sono chiamati gli esperti di Axerta – e in particolare i professionisti del Dipartimento di Forensic Accounting, Internal Audit & Litigation – riguardano contestazioni promosse dalla pubblica accusa connesse alla presunta inidoneità del Modello di Organizzazione di Gestione e Controllo ex D.Lgs. 231/01 (il cd. “Modello 231”).
L’esperienza degli ultimi anni, infatti, ha confermato che il verificarsi di un evento infortunistico sul luogo di lavoro, con conseguenze più o meno gravi, nella quasi totalità dei casi ha determinato l’iscrizione dell’Ente nel registro degli indagati da parte delle Procure della Repubblica, per responsabilità connesse a carenze relative al Modello 231.
Ma come impostare una difesa tecnica in questi casi? Come assistere nel procedimento penale l’avvocato difensore dell’impresa?
È bene precisare subito che lo scopo primario della difesa tecnica ha il fine di dimostrare, ove possibile, non solo l’adeguatezza “sulla carta” del Modello 231 ma anche la sua concreta validità e applicazione quotidiana nel prevenire i rischi infortunistici.
Per una efficace difesa, infatti, non è sufficiente dimostrare che il Modello 231 sia stato in vigore presso l’impresa nel momento in cui si è verificato l’infortunio o che il Modello 231 sia adeguato “in teoria”, ma va accertato con documentazione oggettiva e provante, che questo sia stato efficacemente attuato, conosciuto dal personale aziendale, oggetto di continuo aggiornamento e costantemente presidiato da un Organismo di Vigilanza avente le necessarie competenze e le risorse economiche adeguate per esercitare una vigilanza effettiva.
Al fine di dimostrare la piena esclusione da ogni responsabilità dell’Ente, del datore di lavoro o dell’apicale, il Codice di Procedura Penale fornisce un validissimo strumento alle difese per svolgere i necessari accertamenti sul Modello 231 ai fini difensivi: la disciplina delle investigazioni difensive, prevista dagli artt. 327-bis e 391 ss. c.p.p..
Questa importante facoltà attribuita alla difesa permette di ricostruire il fatto accaduto grazie ad un consulente tecnico specializzato, il quale, dovrà accertare altresì ulteriori fattori utili alle ragioni difensive, quali, a titolo d’esempio, i corsi di formazione effettivamente seguiti dal dipendente infortunato, l’utilizzo e la presenza presso l’azienda dei dispositivi di protezione individuale, l’aggiornamento e la manutenzione dei macchinari che hanno procurato l’infortunio eccetera.
Ma quale può essere il principale beneficio di un’attività tecnico-ricostruttiva, preventiva all’eventuale avviso della conclusione delle indagini preliminari (ex art. 415-bis c.p.p.) contenente la sommaria enunciazione del fatto per il quale si procede nei confronti dell’Ente indagato?
I benefici maggiori sono legati principalmente all’esame approfondito della dinamica degli avvenimenti fatta a cura di professionisti indipendenti, con il fine di fornire una ricostruzione terza e obiettiva, che, molte volte, risulta diversa rispetto all’interpretazione dei fatti accaduti così come ipotizzati dalla pubblica accusa.
Ciò permette una maggiore capacità del legale difensore di dimostrare l’estraneità dell’Ente da ogni responsabilità, in quanto, ad esempio, sono state adottate tutte le misure antinfortunistiche idonee a prevenire l’evento ovvero che lo stesso evento si sia verificato come conseguenza di fattori del tutto imprevedibili rispetto al regolare esercizio di coerenti e ragionevoli regole e controlli.
In base all’esperienza di Axerta, sono molti gli elementi che si potrebbero raccogliere a dimostrazione dell’esclusione da responsabilità del soggetto indagato (Ente o apicale). A titolo d’esempio, tra questi vanno citati i colloqui con le persone informate sui fatti e gli accertamenti sull’acquisto e l’adozione da parte dell’Ente dei dispositivi di prevenzione e protezione individuale dai rischi infortunistici.
Va rilevato inoltre che nei molti casi da noi seguiti, è stato dimostrato che l’incidente è avvenuto in modo inatteso in un contesto di adeguati processi aziendali, monitorati e vigilati con professionalità e diligenza, nella costante applicazione della legislazione vigente e delle procedure aziendali previste dal sistema dei controlli interni.
In conclusione, la consulenza tecnica redatta dagli esperti del dipartimento di Forensic Accountant, Internal Audit & Litigation di Axerta può essere allegata alla memoria legale-difensiva al fine di dimostrare la mancata integrazione del nesso di causalità tra le condotte dell’Ente e l’evento infortunistico.